Un nuovo corso
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Ho iniziato con Wordpress.
Nel 2014 non sapevo nulla di nulla.
Nulla di cosa fosse un blog (davvero), di come si gestisse un team, di come fare andare avanti un progetto. Tweaknology è stato un bellissimo esperimento, l’ho detto tantissime volte. E me lo sono detto ancora più spesso. Ora la collaborazione con Italian Tech mi da la possibilità di parlare con tante persone diverse, di dare una voce alle mie idee, ma è un giornale.
È così assurdo pensare che 7 anni fa scrivevo le prime righe su un blog lanciato con altri 3 colleghi in università, e ora la mia firma è su La Repubblica e La Stampa. Scrivo di quello che mi piace, è il motivo per cui i miei contenuti sono chiesti. Posso dire di aver fatto strada, e di non essermi mai accontentato.
Nel 2017, quando ho iniziato a lavorare in Campus Party, ero contentissimo: potevo amplificare ancora di più il mio lavoro come blogger, dando la possibilità a tanti esperti da tutta Italia e da tutto il mondo di raccontare la loro storia. Ho iniziato come Community Manager e sono diventato Global Content Manager. Ho parlato con Al Gore, Vint Cerf, Tim Berners-Lee, Edward Snowden, ma anche con giovanissimi che hanno già fatto passi da gigante nel progresso tecnologico. Ma mi è sempre mancato qualcosa. Il problema che sentivo era che io parlavo di tutte queste cose, o lasciavo che gli altri parlassero di quello che avevano fatto. Io, fondamentalmente, non avevo mai parlato di una cosa mia.
Credo che sia stato questo che mi ha spinto a fondare DoubleBit nel 2018, insieme a Jacopo e Riccardo, compagni di avventure anche in Tweaknology, Campus Party e molto altro. Beh, non è andata bene. Ci ho provato, ma non avevo abbastanza esperienza. Avevo tanta euforia, quello sì.
Quando mi è stato offerto di aiutare a programmare il lancio di Avascan come Community Manager ho pensato di iniziare con calma. Dopotutto, avrei fatto solo il Community Manager. Praticamente, stavo su Twitter e rispondere a decine di persone ogni giorno, con l’obiettivo di far crescere la fan base da 0 a 1000 utenti in un mese. L’ho fatto, e nel giro di tre mesi sono arrivato a oltre 2.000 utenti sparsi tra Twitter, Telegram e Discord. Gestivo tutta la comunicazione. Poi però il lavoro è aumentato, perché Avalanche - la rete di cui Avascan mostra i dati - ha iniziato a crescere settimana dopo settimana. C’erano dei picchi di traffico, ogni due o tre settimane, in cui dovevo anche aiutare con i feedback dalla comunità, passarli agli sviluppatori affinché potessero migliorare il sito. E poi potevo tornare a fare il Community Manager. Ma già ero comunque entusiasta di lavorare con sviluppatori fortissimi, che hanno sempre saputo tradurre anche solo delle idee in dei prodotti software.
In quel momento stavo lavorando sempre più vicino ad un prodotto software, a fare qualcosa di mio. Però, nello specifico, aiutavo a rendere ancora migliore qualcosa che non era mio, tramite i feedback di qualcun’altro. Insomma, non proprio il massimo.
Poi, nel corso dei mesi, Avalanche ha acquisito sempre più popolarità e con il passare del tempo la situazione è cambiata drasticamente. Sono passato da Community Manager a Product Manager gestendo le attività per gli sviluppatori e creando specifiche per nuove componenti a partire da idee del team. E poi ho iniziato ad averle io, quelle idee. Ho avuto un’idea che impiegheremo anni a realizzare, e che da solo non avrei mai potuto né avere chiara né implementare: l’idea di sviluppare un explorer, ovvero un sito che mostra i dati di una blockchain, di nuova generazione. Fortemente improntato a diventare uno strumento utile non solo per trader professionisti e esperti del settore, ma per la casalinga di Voghera.
È un’impresa difficilissima, quella di tradurre i dati e i contenuti della finanza decentralizzata (DeFi) in visualizzazioni semplici ed intuitive. Però ce la faremo. Il primo passo di questo nuovo corso è la pagina Avalanche Market Cap: un processo durato mesi, con decine di iterazioni, per arrivare ad una rappresentazione che ancora non è completa, ma che almeno è migliore dell’idea iniziale, molto vaga. Il punto è che fare queste nuove pagine, rappresentare questi nuovi dati, è una sfida totalmente nuova: non lo fa nessuno così. E quindi non abbiamo nessuno da cui prendere spunto, anzi: abbiamo solo da non prendere spunto, ovvero da escludere.
Ed è bellissimo così, è eccitante e motivante ogni giorno.
Però abbiamo bisogno di non una, ma di tante mani. Abbiamo bisogno di gente fortissima che è pronta a mettersi in gioco non a livello economico (non abbiamo particolari problemi di budget), ma a livello di lavoro: sviluppatori cazzuti che sappiano fare tutto autonomamente, che siano meglio di noi. Ecco, in generale questo lo posso dire: stiamo cercando solo persone che siano più brave di noi, perché solo così possono dare un valore aggiunto. Ovviamente, brave nel loro ambito. Stiamo cercando persone, non competenze.
Questa cosa mi fa impazzire, perché finalmente sto lavorando a un prodotto software. Sto lavorando a qualcosa che ha il potenziale di raggiungere milioni di persone (oggi ne raggiunge alcune centinaia di migliaia), ma con sforzi marginali. Stiamo espandendo il team e vorremmo farlo ad una velocità 10 volte più alta di quanto facciamo oggi, ma è difficile, per i punti menzionati prima.
Ed è per questo che da oggi mi rimetto a fare il mestiere che facevo anni fa, il blogger. Racconterò il nostro viaggio, qui in italiano, e sul blog di Avascan in inglese, sperando che in molti si riconoscano, e decidano di fare questo viaggio con noi. Sarà bellissimo, davvero.
Le nostre posizioni aperte sono qui, con altre che si aggiungeranno nelle prossime settimane: https://jobs.avascan.info/
Basta anche mandarmi una mail a [email protected] con oggetto “Candidatura Avascan”.
Alla prossima storia.