L'Amore Incondizionato dell'Amicizia
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They love you, no matter what
È passato un po’ di tempo da quando volevo discutere di questo argomento. Ormai il processo è sempre lo stesso: mi succede qualcosa che mi fa pensare molto, lo racconto nel mio diario e poi diventano gli appunti di una puntata del podcast.
Questa volta, invece, devo riprendere quei pensieri fatti nel mio diario e ripensarli oggi, dopo un paio di settimane dall’avvenimento che ha fatto scaturire nel mio cervello il ragionamento che ora vi racconterò.
Alcune settimane fa, appunto, ero a casa e avevo la giornata più rilassata del solito: ne ho approfittato per fare una passeggiata e fare alcune piccole cose che avevo nella mia to-do list da tempo. Non ricordo nemmeno più cosa fossero queste cose da fare, ma comunque mi sono trovato a passeggiare per strada. A pochi metri dalla mia destinazione, incontro un mio amico di vecchia data: siamo amici dal 2004 almeno, forse anche prima, non ricordo benissimo.
Mi vede, mi saluta, mi invita a prendere un caffè. Andiamo al bar, prendiamo un caffè. Appena finito, andiamo dove lui sta lavorando e c’è anche il suo socio, anche lui un mio vecchio amico, vecchissimo direi. Ci conosciamo da quando abbiamo 3 anni, e non è un modo di dire.
Sento molto spesso dire “ci conosciamo da una vita” per poi sapere che magari quelle persone si conoscono da qualche anno appena. Io ho due amici che conosco da quando ho capacità di memoria. Credo di essere fortunato, in questo senso: non tutti possono dire di essere amici dopo così tanti anni. Sento spesso dire di amici che, dopo i 40 anni, riconoscono il fatto di conoscersi tra più di 20 o 30 anni. Io potrò invece dire che conosco questi miei due amici dalla mia età meno 3 anni. In maniera precisa, senza dire cazzate.
Dopo aver chiacchierato del più e del meno, quel giorno sono tornato a casa dopo poco per continuare a lavorare, con la promessa di ripassare dopo qualche giorno per fare una chiacchierata più approfondita. In questo mio secondo passaggio, ho ritrovato anche l’altro mio amico ‘dalla mia età - 3 anni’ , e altri amici che conosco sempre più o meno dal 2004, ovvero da quando ho 10-11 anni.
Quando penso a questo mi sento ancora più fortunato. Chi di voi ha degli amici che, quando rincontra dopo tanti mesi o addirittura anni, lo accolgono come se non fosse passato un giorno, ma allo stesso tempo come se la propria presenza fosse una festa da celebrare? Io questa fortuna ce l’ho.
Io ho creato e fortificato i legami delle mie amicizie al tempo in cui internet non era il posto che è oggi. A quei tempi, 15 anni fa, internet non era un luogo ma uno strumento. Era il mio strumento per scoprire se GeoHot (l’hacker della PlayStation 3 che poi ho avuto il modo di conoscere e portare come speaker a Campus Party) avesse pubblicato qualche nuovo exploit, qualche nuovo metodo per hackerare le console. Era lo strumento per collegarsi ad MSN e fare un trillo, e organizzarsi per vedersi dopo o nei giorni dopo. Sì, qualcuno lo può pensare come un luogo, ma io non stavo su MSN nei modi e nei tempi in cui oggi i ragazzini dell’età che avevo io stanno su TikTok o Instagram.
Non era un’ossessione, una gara di like o di impressions. Era una sfida di sottigliezze, una palestra di lotte sentimentali, un campo di battaglia della (mia) pre-adolescenza. Glie lo faccio il trillo o no? Sarà connesso/a o no? Perché non mi risponde, se è connesso/a?
In quei momenti, proprio in quei momenti, non c’era internet che teneva. Per le insicurezze, i problemi che gli adulti non capivano, c’erano gli amici che si chinavamo al telefono e si stava le ore a discutere e chiacchierare all’infinito. E poi ci si vedeva per giocare a pallone nel garage, in piazza, e mentre si giocava a tedesca (chi se la ricorda?), si facevano allusioni a quella ragazza o a quella comitiva.
Nonostante abbiamo fatto a botte un sacco di volte, ci pestavamo per cazzate (non so voi, ma io ho vissuto una pre-adolescenza con tante sane botte, quelle che fanno bene allo spirito, non quelle che fanno male al corpo, nonostante siano comunque corporali), non mi sono mai sentito così tanto al sicuro come con i miei amici di quel tempo.
Certo, oggi mi sento al sicuro perché ho una discreta stabilità economica, tutto quello che mi serve, una compagna, un lavoro che mi piace, una famiglia che si prende cura di me ogni volta che torno a casa, ma in quel periodo era diverso. Era come un piccolo clan: sempre insieme, in simbiosi, senza segreti.
Da piccolo sono sempre stato una persona attaccata alle cose materiali. Quando sono ‘entrato nel clan’, dovevo condividere tutto, e gli altri condividevano tutto quello che avevano con me. Ho imparato, in maniera forzata, a distaccarmi dai beni materiali, che oggi vedo come strumenti per raggiungere i miei obiettivi. C’è chi mi dice che sono materialista, ma non mi ha mai visto fare le pulizie di primavera: butto la metà di quello che ho, senza pensarci troppo su. Se è vecchio, si butta. Se è rotto, si butta. Se non serve, lo do a qualcun altro che ne può avere bisogno. Può sembrare strano, ma queste cose mia madre me le diceva sempre, ma le ho capite davvero solo quando ho iniziato a vivere ‘in clan’.
Quella simbiosi, quel respiro all’unisono, io lo rivivo ogni volta che rivedo i miei vecchi amici, chi di più, chi di meno. Io so cosa posso chiedere loro, loro sanno cosa possono chiedere a me. Sanno chi sono, cosa sono diventato e che non sarò sempre vicino a loro. Ma sanno che, quando tornerò, sarò sempre pronto a salutarli con il sorriso e la gioia di chi vede una parte di sé.
Non so se loro ascolteranno questo podcast, ma se lo dovessero fare: grazie di tutto. Non vi ho nominato perché non c’è bisogno, ognuno sa. Come vi ho sempre detto: io sarò sempre in giro, sempre a fare cose diverse, ma tornerò sempre. E ci abbracceremo come abbiamo sempre fatto, perché avrete per sempre un posto nel mio cuore.
Vi lascio sempre con una domanda: chi di voi ha degli amici che, quando rincontra dopo tanti mesi o addirittura anni, lo accolgono come se non fosse passato un giorno, ma allo stesso tempo come se la propria presenza fosse una festa da celebrare?