Il nuovo ospedale a Wuhan non è proprio quello che sembra

Il nuovo ospedale a Wuhan non è proprio quello che sembra

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Questa foto, presa da BBC News, non può essere stata scattata in qualsiasi posto del mondo che non sia in Cina.

In Cina, precisamente a Wuhan, dove c’è l’epidemia di cui tutti parlano, costruiranno questo ospedale in poco tempo. Sarà operativo dal 3 febbraio. Alcuni punti da chiarire:

  • L’ospedale non sarà costruito da zero, ma con prefabbricati
  • Il sistema di approvvigionamento di cibo e medicinali, estremamente radicato in Cina, renderà possibile l’allocazione di scorte in tempi record
  • Il personale per l’ospedale sarà preso da altri centri, per ora ci saranno 150 persone
  • Il governo finanzia direttamente la maggior parte dei costi di queste costruzioni.

Allora voi direte: “Fighissimo, magari fossero così anche qui!”, “Qua in Italia ci mettiamo anni a fare le cose!”

Beh, come sempre, non è tutto oro quel che luccica: il motivo per cui questo ospedale è in costruzione è che oggi gli ospedali esistenti nella città di Wuhan (che sono già 20), sono inondati da gente che sta anche 10 ore in attesa prima di essere visitata. Probabilmente morirà prima.

La mappa dei 20 ospedali di Wuhan, da Google Maps

Più la gente sta in giro ed è potenzialmente contagiosa, più il virus ha possibilità di espandersi. La Cina ha un grandissimo gap da colmare nei confronti del mondo esterno dopo l’epidemia SARS nel 2003 che è stata gestita malissimo.

Costruire uno o due ospedali, purtroppo, è un’azione piccolissima. Solo nella città di Wuhan ci sono 12 milioni di abitanti, e 20 ospedali sono nulla. Tutta la zona ad oggi isolata comprende 56 milioni di persone, praticamente la popolazione italiana. E per contenere una pandemia in Italia facciamo un ospedale solo? Due? Servono centinaia di centri di pronto soccorso, non due in più.

Quest’azione è una mossa per migliorare la percezione della gestione di questo problema.

E fondamentalmente la causa di tutto questo virus, ma anche della SARS, è sempre dovuto alle scarse condizioni igieniche indicate dalla cucina cinese (ho visto foto di gente che si mangia pipistrelli e serpenti crudi, così, per dire).

Quindi OK che sono bravi a fare un ospedale in 10 giorni, ma è come se noi italiani ci mettiamo in 50 a mettere a posto una casetta che è caduta per un terremoto.

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Giacomo Barbieri

Giacomo Barbieri

Blogger with over 5 years of experience in blogs and newspapers,passionate about AI, 5G and blockchain. Never-ending learner of new technologies and approaches, I believe in the decentralized government and in the Internet of Money.

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