Le lezioni del mio 2019
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Il 2019 per me è stata una gigantesca lezione.
Ho imparato a tenere la mia vita in 18 Kg in una valigia e uno zaino.
Ho imparato ad accettare di aver fallito, e quest’anno l’ho fatto 2 volte nell’arco di 3 mesi. E non mi sono mai sentito meglio.
Ho imparato a viaggiare costantemente, e ho capito che la cosa migliore è stare fermi, se si vuole costruire qualcosa. In movimento, le immagini vengono mosse. Più ci si muove, più le immagini sono sbiadite e poco vicine alla visione originale.
Ho imparato che semplificare è estremamente più difficile di complicare ed aggiungere. Ma ho capito come si fa, ora.
Ho imparato che certe volte, per aggiungere devi togliere, e per togliere devi aggiungere. È un gioco a somma zero.
Ho imparato che le relazioni a somma zero non valgono nulla: vale davvero la pena mantenere solo quelle a somma positiva.
Ho capito che, a 26 anni, sto lasciando i 20 ed entrando nei 30: ma ho una compagna accanto che non me lo fa pesare e che sopporta (e supporta) le mie ossessioni, frustrazioni e pensieri contorti.
Ho capito che se voglio costruire qualcosa per gli altri, devo nel frattempo costruire qualcosa per me. Altrimenti non sono forte abbastanza da costruire cose davvero significative.
Ho capito che le persone vanno e vengono, ma è la nostra attitudine a conoscerne nuove che fa davvero la differenza.
Ho capito che non sono solo. Su internet, nel lavoro, con la mia filosofia. Ho capito che non sono strano, sono solo me stesso. E combatto per esserlo ogni giorno, nonostante il mondo mi urli di seguire la corrente.
Ho capito che è inutile guardare al modo in cui gli altri fanno le cose: noi non siamo in grado di farle allo stesso modo, e se ci proviamo stiamo solo facendo un grosso sbaglio.
Ho capito che se mi metto degli obiettivi, sono in grado di raggiungerli: a fine 2018, esattamente un anno fa, mi ero posto 20 obiettivi, alcuni più ambiziosi, altri meno.
Ne ho raggiunti 16.
Uno non l’ho raggiunto, ma sono migliorato rispetto allo scorso anno. 2 obiettivi li ho abbandonati, è inutile sforzarsi. E ho creato un nuovo obiettivo.
Ci sta.
Se non ne avessi raggiunto nemmeno uno, sarebbe stato un problema. Ed invece, vedere che di 21 ne ho raggiunti 16, ovvero il 75%, mi fa più facilmente lasciar perdere quelli in cui non mi sono impegnato troppo. Contando anche quelli in cui sono migliorato, il 2019 per me è stato un anno positivo per il 90% delle promesse che mi ero dato 365 giorni fa.
‘Buttalo via’, si direbbe a Roma. Niente male.
È tutto cambiato da quando ho iniziato a misurare quello che faccio, a dargli un valore. È venuto tutto naturale in seguito. E sono una persona più felice, tutto qua. Gli obiettivi che mi sono posto cambieranno, ma il mio sistema rimarrà sempre lo stesso, adattandosi ai cambiamenti della mia persona.
In questi ultimi 12 mesi ho creato un’immagine della vita nella mia testa: mi vedo su una biga con due cavalli, in mezzo ad una corsa con i carri. Ovviamente, vince chi arriva primo.
C’è chi si fida completamente dei suoi cavalli e lascia che corrano con foga verso il traguardo, rischiando di incappare in pericoli che i cavalli non possono notare.
Poi c’è chi si fida solo di se stesso: esercita così tanto controllo sui suoi cavalli che alla fine rallenta e i cavalli si ribellano.
E poi c’è un altro tipo, quello che capisce che la forza dei cavalli è di correre velocissimo, ma che per raggiungere con facilità la meta, c’è bisogno di piccolo aggiustamenti di tanto in tanto, una carezza e una pacca di incoraggiamento. Credo che a vincere sia sempre quest’ultimo tipo.
Io voglio essere questo tipo.
Nel 2019 ho trovato le conferme che cercavo nel 2018, e non potevo sperare di meglio.
Buon 2020 a tutti!